l'alba dell'avventura
- 1910 - 1925


ALBERTO ROSADA E TOMMASINA ROVALETTI
Tre generazioni che hanno deliziato i palati torinesi
ALBERTO ROSADA e tommasina rovaletti
Ma in questa storia ci sono altri protagonisti.
Una sicuramente molto importante è Tommasina la moglie di Alberto. Arriva anche lei giovanissima da Pieve Vergonte un piccolo paesino in val d’Ossola.
Anche in questa realtà c’era molta povertà.
Gli unici mestieri possibili erano o lo spazzacamino, dove esisteva una radicata tradizione di persone che si dedicavano a questo sporco (nel senso letterale della parola) mestiere.
Un’altra alternativa ma molto meno legale era fare il “gibb one” ossia il contrabbandiere.
Certo il contrabbandiere di sigarette.
La Svizzera era poco lontana.
I sentieri su per le montagne ripidi e impervi ma gli Ossolani erano bravissimi a camminare ore carichi di peso e conoscevano quelle montagne a menadito.
Ovviamente Tommasina poco più di un metro e cinquanta,magrissima con due occhi lampeggianti e i capelli ondulati,biondi,quasi rossi non era adatta.
Così anche lei partì per costruirsi un futuro.
Scelse Torino, forse li c’era già qualche parente (era pur sempre un signorina e andava protetta in qualche modo).
A Torino trovò lavoro in un pastificio.
Era una fidlera ossia preparava le tagliatelle, i fidlin in tutte le loro misure, rigorosamente fatto a mano.
Non sappiamo come abbia conosciuto Alberto, forse per motivi di lavoro, forse al parco del Valentino dove d’inverno con temperature veramente polari andavano la domenica pomeriggio (al mattino si lavorava) a vedere gli sgniur e le sgniure (i Signori e le signore nobili, comunque benestanti) che loro servivano durante la settimana,a pattinare sul ghiaccio.
L’unica certezza è che si conoscono e si innamorano. Siamo nel 1926 Alberto ha 31 anni Tommasina 29.
Alberto scopre un piccolo negozietto in via Magenta 10 c’era già un alimentari ma ha chiuso.
La location come si dice adesso, non è ottimale.
Intorno non c’è altro che magazzini di corrieri e cavalli per il traino dei carri, ma poco lontano ci sono le ville degli sgniur e il centro città è poco lontano.
Porta nuova è letteralmente nuova.
Via Sacchi la stanno costruendo.
Alberto decide: si mette in proprio.
Il Suo padrone (datore di lavoro) fa di tutto per trattenerlo.
Sta lavorando come capo commesso all’Emporio gastronomico in Corso Vittorio Emanuele ll.
L’attività esiste ancora oggi ma come ristorante.
Il suo padrone si rassegnò e volle regalare ad Alberto un portafortuna per la sua nuova avventura.
Esiste ancora.
È un bellissimo cuoco in terracotta che sorride,con tanto di pancia,alto circa 50 centimetri dai colori tenui gemello di un altro che aveva in negozio.
Era un un oggetto pubblicitario della Liebig.
Ma suo valore sentimentale e augurale era ben diverso.
Ma il sogno di Alberto non si ferma qui.
Chiede a Tommasina di sposarlo.
Il 26 ottobre 1926, vanno in comune in tram e si sposano.
Tornano e vanno in negozio.
Così semplicemente.
Vivono in una piccola soffitta all’ultimo piano sopra il negozio.
Li nascerà nel 1932 il loro unico figlio Renato.
Qui inizia la storia della salumeria gastronomia Rosada.
Ricordo che Nonno Alberto biasimava aspramente questo “sistema” orgoglioso di non essersi mai piegato a questo compromesso e a vendolo conosciuto bene mi sarei stupito del contrario.
- 28 ottobre 1926


RENATO ROSADA e francesca rotondo


- 14 luglio 1957
MAURO ROSADA E ALESSANDRA FIORE
Stiamo scrivendo la nostra storia.
- 24 giugno 1991
